VAL MARTELLO: Escursione ai piedi del Ghiacciaio del Monte Cevedale (m. 2.900 s.l.m.)

L'escursione al Ghiacciaio del Monte Cevedale inizia alla fine della val Martello, sentiero nr. 37 fino al bivio per il sentiero che porta al Rifugio Martello, poi sentiero nr. 150 che porta al Rifugio Casati. Tempo di percorrenza: h 3 circa solo andata.
Il sentiero fin quando non si cammina sul ghiaccio non presenta difficoltà. Per raggiungere il Rifugio Casati sono necessari ramponi e piccozza, ma questa volta la destinazione è raggiunere il ghiacciaio fino dove arriva il sentiero percorribile.

31.07.2015

Le previsioni del tempo sono buone, ma troviamo molta nebbia per la forte escursione termica tra giorno e notte.

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Il rifugio Nino Corsi, dal parcheggio in fondo alla valle, si raggiunge in circa 20 minuti.

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Ecco che già da qui spunta il Cevedale.

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Rifugio NINO CORSI m. 2.265 s.l.m.

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Nei pressi del rifugio vi sono delle tavole didattiche molto interessanti, per leggerle meglio consiglio di cliccare all'interno della fotografia per ingrandire.

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Dopo una breve sosta, il gruppo riprende il cammino.

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La nebbia si è alzata e il paesaggio si mostra nella sua totale bellezza.

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A questo bivio c'è la diramazione per il sentiero che porta al Rifugio Martello

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Il paesaggio è bello tanto che distoglie l'attenzione sul cammino.

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Facciamo una breve sosta.

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Sul percorso c'è anche un piccolo guado da superare, ma niente di problematico.

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Primo piano della Cima Zuffallspitze m. 3.757 s.l.m. gemella del Cevedale.

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Dall'altro versante il Rifugio MARTELLO m. 2.610 s.l.m.

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Spunta il Gran Zebrù.

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Dietro il ghiacciaio del Cevedale si intravvede la cima del Gran Zebrù.

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Arriviamo a questo laghetto che ormai è ora di pranzo, peccato le nuvole oscurano un po' il cielo.

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Per fortuna ritorna un po' il sole ed il lago mostra i suoi bei colori.

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Dopo pranzo il gruppo si divide, io e Paolo proseguiamo verso il ghiacciaio.

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Rifugio CASATI al Cevedale m. 3.269 s.l.m.

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La Cima Zuffallspitze da altra prospettiva.

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Da qui l'estremità del ghiacciaio sembra avere piccole dimensioni, fin quando non saremo vicini.

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Da qui si decide di non proseguire, scendiamo verso il ghiacciaio.

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A questa distanza le proporzioni rispetto alla vista dall'alto, cambiano molto.

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Dopo aver indossato i ramponi, Paolo inizia un giro sul ghiacciaio.

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Io, nell'attesa, provo a fare un autoscatto.

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Paolo, dopo aver fatto una passeggiata con i ramponi, ritiene che posso farcela anch'io senza, la pendenza non è eccessiva ed il ghiacchio è abbastanza ruvido...prepara la corda e mi assicura inntorno alla vita.

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Si parte. Decisamente una nuova esperienza, mi viene da pensare che essendo legati si è un po' costretti a pensare anche all'altro. Infatti, mentre camminiamo, conveniamo che se si dovesse aprire un crepaccio, uno trascina senz'altro l'altro, ma legarsi sul ghiaccio è una regola della montagna. Credo che l'efficacia della sicurezza si possa avere da tre persone in sù, se cade uno gli altri due o meglio tre, possono sorreggerlo, ma in due mi sembra proprio inutile. Questi pensieri vanno presto via perchè il ghiacciaio, nonostante il caldo di quest'estate 2015 è solido e la passeggiata diventa subito divertente.

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Essendo la zona Ortles - Cevedale campo della Prima Guerra Mondiale, si notano i resti di ordigni bellici

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Possiamo camminare fino ad un certo punto, poi la pendenza del ghiacciaio aumenta e senza ramponi non è possibile proseguire.

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Pian piano scendiamo a valle e raggiungiamo gli altri al Rifugio Nino Corsi.

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