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VAL SENALES: La Transumanza

La Val Senales, valle laterale della Val Venosta in Alto Adige, é una splendida valle alpina, ricca di storia, di incantevoli paesaggi, forte di una natura per certi aspetti, ancora incontaminata.
Sicuramente il turismo oltre aver portato sviluppo e benesssere ad una popolazione abituata a vivere ad altitudini variabili dai 1500 ai 2000 mt. s.l.m., inevitabilmente ha fatto dimenticare modi di vita, usi e tradizioni che una volta erano ben più radicati nel quotidiano intercedere delle stagioni. Ma in Val Senales, terra comunque ancora ricca di tradizioni, una è particolarmente sentita, specie tra chi è "contadino di montagna", ed è la transumanza delle pecore.
Ogni anno a giugno, migliaia di pecore con i pastori e i loro cani, ripercorrono gli antichi sentieri per raggiungere i pascoli del Venter Tal, in territorio austriaco, ma di utilizzo da secoli, per concessione ai pastori della Val Senales.
L'allevamento degli ovini, oggi come nei secoli scorsi, ha rappresentato una ricchezza per la Valle: ogni contadino, ha sempre avuto con sè, oltre alle mucche e agli altri animali da cortile, un numero consistente di pecore e sovente nei grandi masi si arrivava ad allevare anche 100 capi.
Tutto ciò ha permesso, con il trascorrere del tempo, il fiorire l'arte della lavorazione della lana ed il "loden" ne è il caratteristico esempio; oggi invece, in misura maggiore, l'allevamento ovino è più indirizzato all'utilizzo della carne. Quando, circa a metà giugno la neve sui versanti settentrionali si scioglie, inizia la "grande marcia delle pecore" con un percorso lungo circa una quarantina di chilometri, con un dislivello di circa 3200 mt. in salita e di 1800 in discesa. Un primo gruppo di pecore comincia la transumanza a Lasa in Val Venosta, prosegue il suo cammino sul Monte Solle di Silandro e ne attraversa tutta la valle, sino a giungere al pascolo vicino al lago di Corzes, per proseguire poi attraverso un paesaggio bellissimo e maestoso, faticoso e non privo di pericoli, per arrivare in ultimo al paese di Vernago utilizzato come base di partenza.
Qui infatti si radunano i vari greggi in appositi recinti, si fa tappa di un giorno, per poi proseguire il successivo tutti insieme affrontando e attraversando la cresta dell'Oetztaler Alp. Il Giogo Basso, il Giogo Alto, con i loro nevai, i passaggi sul ghiaccio, gli insidiosi crepacci sono lì ad attendere pecore cani e pastori.
Una volta svalicati il paesaggio si presenta più dolce, ma si è pur sempre in alta montagna e pericoli come nebbia, bufere di neve, sono, specialmente a giugno, ancora in agguato. E' impressionantante e suggestivo vedere come uomini e animali affrontano la montagna: lunghe file bianche serpeggiano sugli antichi sentieri, quasi si perdono sugli immacolati nevai, ma con i sensi all'erta perchè il pericolo è sempre presente; fortunatamente è caso raro, ma è capitato che uomini o pecore siano restati vittime di incidenti, anche mortali, a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. Questi luoghi di alta quota sono meravigliosi, antico come antico è questo rito.
L'estate è ormai alle porte, la neve con le belle giornate si scioglie, favorendo il germogliare dell'erba e di tutte le altre varietà vegetali, foraggio nutriente e ideale per le pecore e per i loro piccoli venuti alla luce in questa stagione.
Durante la permanenza nei pascoli austriaci, le pecore vengono custodite da un pastore e dai suoi cani: ne assume la responsabilità, controlla che restino in buona salute in particolar modo le femmine gravide o che hanno partorito di recente.
A metà settembre è il momento di ritornare a valle, prima che il maltempo renda più difficoltosa la marcia; pastori e cani risalgono agli alpeggi, radunano le greggie e il lunedì dopo la seconda domenica di settembre, tornano a Vernago.
I cani abbaiano, corrono avanti e indietro, seguono gli ordini o i fischi dei pastori, le pecore in lunghe file affrontano i sentieri di ritorno dando quasi l'impressione, se non la certezza, di riconoscere nuovamente la via di casa.
Non è infrequente vedere pastori portare nello zaino, in spalle o nel tipico grembiule blu usato come marsupio, gli agnellini nati magari il giorno prima, che mai avrebbero la forza di affrontare il percorso.
Velocemente le pecore scendono verso valle, Vernago è ormai vicina, ma prima di giungervi, in un pianoro, ci si ferma per una sosta, uno spuntino e come a rendere ancor più solenne questa tradizione, è uso porre fiocchi e ghirlande colorate ai capi maschi più belli.
D'improvviso un fischio: un mare bianco si alza, riparte, i cani rendono ordinata questa manovra e così ci si dirige a Vernago, il suo lago è ormai in vista, molta gente è venuta ad assistere a questo evento.

Giancarlo Cavanna (Genova - Italia)


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